Descrizione
Nell’immediato dopoguerra l’Amministrazione Provinciale di Parma affronta il problema della municipalizzazione dei trasporti, e il 15 aprile 1948 riprende le trattative. Si giunge così l’8 maggio successivo alla costituzione di una azienda speciale per l’esercizio dei servizi foresi a trazione elettrica: nasce la T.E.P., Tranvie Elettriche Parmensi, mentre il 30 dicembre 1950 avviene il trapasso della gestione del servizio tranviario urbano dalla Provincia al Comune di Parma: sorge così l’Azienda Municipalizzata Trasporti, A.M.T., che confluirà il 28 febbraio1955 nella pluriservizi A.M.E.A.G. formando l’ A.M.E.T.A.G. (Azienda Municipalizzata Elettricità, Trasporti, Acqua e Gas) divenuta A.M.P.S. (Azienda Municipalizzata Pubblici Servizi) nel giugno 1965.
Primo importante atto dell’Amministrazione dell’AMT è l’istituzione di due nuove linee con servizio di autobus: la numero 7: Stazione Ferroviaria – Ponte di Mezzo – Via Imbriani – Barriera Bixio – Via Po e la numero 8: Via Trieste – Piazza Garibaldi – Viale Duca Alessandro.
Gli anni Cinquanta si caratterizzano per una viscerale “voglia di movimento” mai registrata prima. Certo la mobilità era sempre esistita, ma la crescente modernizzazione del decennio e l’industrializzazione del mezzo di trasporto, sposterà prepotentemente la domanda dal servizio pubblico, ampiamente favorito nel Ventennio, al trasporto individuale.
E l’industria meccanica nazionale saprà sapientemente cogliere i primi stimoli, sorti sull’onda del crescente benessere, e pilotarli, dapprima sulle più abbordabili due ruote – Vespa e Lambretta in testa – e quindi sulle utilitarie, che dalla metà del decennio inizieranno una vistosa penetrazione del territorio, favorite dalla realizzazione di impegnative infrastrutture viarie, quali l’Autostrada del Sole, che verrà inaugurata proprio alle soglie degli anni Sessanta contribuendo a modificare abitudini e stili degli italiani.
Parallelamente anche il settore dei trasporti pubblici locali riprendeva gli investimenti, abbandonando per lo più l’opzione della rotaia, privilegiata dal regime, e puntando sul “più moderno” mezzo su gomma.
Verso il servizio pubblico unificato
L’Amministrazione dell’A.M.T. nel 1956 istituisce le linee delegazionali, che collegano la città alle frazioni del Comune e vara la linea 9 che collega alla Stazione Ferroviaria l’Ospedale Maggiore ed i nuovi quartieri Ovest sorti nei “Prati Bocchi” da una parte e via Mantova dall’altra.
La TEP, per parte sua, nel corso del 1954, aveva sostituito in modo completo le linee del tram forese con servizi di autobus. Da questo momento il suo sviluppo sarà legato sostanzialmente al passaggio graduale alla gestione pubblica dei servizi già svolti da aziende private che i crescenti disavanzi di esercizio, conseguenza diretta del rapido sviluppo della motorizzazione privata, espellono via via dal mercato.
Verranno così a sparire tra il 1964 ed il 1967 la Lombatti di Fornovo, la Torelli di Reggio Emilia con linee nella vallata dell’Enza, la Ferrari di Colorno e la Zatelli di Coltaro. Solo nel 1975 confluiranno nella TEP anche la Ferrari di Salsomaggiore e la Carpani di Bedonia.
Per tutto il corso degli anni Cinquanta è attiva la So.Ri.T. (Società Riunite Trasporti), subentrata alla C.N.T.C., impegnata nella gestione delle autolinee sostitutive delle 7 tranvie a vapore, oltre ad una rete, particolarmente estesa in montagna, di autolinee per lo più integrative alle direttrici principali. Verrà assorbita dalla TEP nel 1967.
Nel 1968 sulle autolinee urbane fanno la loro comparsa le macchinette distributrici di biglietti (costo all’epoca 50 lire), installate in un’ottica di riduzione del personale viaggiante. Andrà così a sparire la postazione del bigliettaio, che molti ancora ricordano. Negli anni Settanta, poi, alla distribuzione del biglietto si sostituirà la sola obliterazione dei titoli di viaggio, da acquistare a terra. Intanto il verde dei mezzi pubblici viene progressivamente sostituito dal colore giallo, di maggiore visibilità, specie nella nebbia e nelle ore notturne.
Con il 1° luglio del 1975 si giungerà ad una unificazione di AMPS Trasporti e TEP Provincializzata e ad una razionalizzazione dei trasporti pubblici locali urbani ed extraurbani di Parma nell’Azienda Consorziale TEP di proprietà del Comune e della Provincia di Parma.
Traccia di questo progressivo processo di concentrazione del trasporto pubblico si scorge anche nelle vicissitudini relative alle strutture di terra e ai depositi realizzati nel dopoguerra, a partire dagli anni Sessanta del Novecento, dopo che le ormai fatiscenti strutture di viale Fratti (completamente dismesse) e di Barriera Bixio erano risultate difficilmente recuperabili.